La corsa negli ultimi anni è entrata a far parte della vita di molte persone, atleti agonisti e amatori che fanno di questo meraviglioso sport una ragione di vita. Ma come si deve correre? Analizziamo insieme la biomeccanica della corsa.
Risulta essere ormai ampiamente dimostrato che correre fa bene alla salute ma è altresì vero che è anche causa di numerosi e frequenti infortuni.
Bisogna tenere presente che gli infortuni più frequenti nella corsa possono essere prevenuti grazie ad una corretta tecnica di corsa e ad una adeguata preparazione atletica che prenda in considerazione le caratteristiche fisiche dell’atleta e moduli di conseguenza i carichi e le modalità di lavoro.
Le fasi di un ciclo di corsa sono quattro
-APPOGGIO
-DOPPIA SOSPENSIONE
-APPOGGIO CONTROLATERALE
-DOPPIA SOSPENSIONE
Le due fasi d’appoggio hanno una durata pari a 2/3 della durata delle due fasi di sospensione.
Questo è spiegato dal fatto che più è breve la doppia sospensione maggiore sarà la frequenza delle spinte a terra e maggiore risulterà la velocità.
L’aumento della frequenza degli appoggi, l’aumento dell’intensità della spinta, lo scarico del peso corporeo su un solo appoggio ed il contatto di una porzione della superficie del piede sono la causa di numerose sollecitazioni meccaniche alle articolazioni che si traducono in traumi ossei, tendinei e muscolari.
La fase più importante è la fase d’appoggio che a sua volta si può analizzare da un punto di vista cinematico (analisi quantitativa del movimento o moto dei corpi) e cinetico (analisi del movimento o moto dei corpi) dividendo questa fase in quattro momenti
-INIZIO DELL’APPOGGIO, il piede è in contatto con il suolo con tutta la pianta (nelle corse veloci con il solo avampiede);
-CONTINUAZIONE DELLA FASE D’APPOGGIO, in questa fase aumenta la flessione plantare della caviglia, la flessione dell’anca e del ginocchio mentre si estendono le articolazioni metatarso-falangee;
-SPINTA, aumenta ancora la flessione plantare mentre si estendono anca e ginocchio;
-SOSPENSIONE, nella prima fase della sospensione l’anca è estesa e il ginocchio flesso con il tallone in prossimità dei glutei, in un secondo momento l’anca si flette e il ginocchio si estende fino ad arrivare alla fase d’appoggio.
L’appoggio del piede sul terreno può essere di tre tipi diversi
-APPOGGIO NEUTRO, è un’appoggio che segue la normale biomeccanica dell’appoggio del piede al suolo. (le scarpe degli atleti che hanno un appoggio neutro avranno una parte più consumata che disegnera una “S” rovesciata a partire dal tallone fino all’alluce).
-APPOGGIO IN SUPINAZIONE, si ha quando il piede compie una rotazione esterna in questo caso l’appoggio avviene maggiormente sulla parte esterna del piede (le scarpe dell’atleta saranno maggiormente consumate sulla parte esterna del tallone e sulla parte esterna dell’avampiede).La supinazione è una delle principali cause di traumatismi quali sindrome della bendelletta ileo-tibiale, fascite plantare e tendinopatia del tendine d’achille.
-APPOGGIO IN PRONAZIONE, si ha quando il piede compie una maggiore rotazione interna, in questo caso l’appoggio avviene maggiormente sulla parte interna del piede (le scarpe dell’atleta saranno maggiormente consumate sulla parte interna del tallone e sulla parte interna dell’avampiede quindi sull’alluce).
Le posizioni delle altre parti del corpo durante la corsa sono le seguenti
-La testa è eretta ed in linea con il resto del corpo
-Le braccia devono essere il più possibile rilassate ed avere un angolo del gomito di circa 90 gradi
-Il busto è leggermente inclinato in avanti
-Il bacino non deve essere arretrato rispetto al busto;
La velocità della corsa dipende invece, in maniera proporzionale alla lunghezza del passo, dalla frequenza dell’appoggio e dal tipo di terreno su cui si corre.
L’impatto al suolo del piede risulta ovviamente più violento rispetto alla deambulazione questo favorisce l’aumento della spinta, il baricentro dell’atleta si abbassa, aumenta la componente verticale della spinta e diminuisce quella orizzontale.
La lunghezza del passo risulta mediamente uguale o maggiore ai tre metri e può superare il doppio della lunghezza del passo nel cammino.
La larghezza della corsa è molto ridotta e la frequenza può essere aumentata fino al 50% rispetto al cammino.
Il dispendio energetico è proporzionale alla velocità , al tipo di condizione meteo, al peso dell’atleta e dal tipo di terreno che si affronta (salita, discesa, piano, terreno sconnesso ecc.) al tipo ed al peso delle calzature
Normalmente si dice che la corsa comporta un dispendio di
0,9 Kcal x Kg di peso x Km percorso
Mentre la camminata ha un dispendio di
0,5 Kcal x Kg di peso x Km percorso