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In questa guida spieghiamo come scegliere le scarpe da running e mettiamo a disposizione le recensioni delle migliori scarpe da running attualmente in commercio.
Le scarpe da running non sono tutte uguali. Se entrate in un negozio e ne acquistate un paio qualsiasi, senza considerarne le numerose caratteristiche, ma scegliendo in base al solo fattore estetico, avrete di certo compiuto un errore. Leggi la nostra guida per conoscerne caratteristiche, tipologie e come scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze podistiche.
Come le scarpe, anche i runner non sono tutti uguali o meglio non hanno tutti le stesse caratteristiche fisiche, per cui la scelta delle calzature deve rispettare la tipologia della persona, nonché l’uso per il quale vengono adoperate.
Per essere più precisi, vi deve essere un certo equilibrio tra il tipo di runner, il tipo di utilizzo della scarpa, la biomeccanica della corsa e le caratteristiche fisiche del runner stesso. Solo quando avete considerato tutti questi fattori e la combinazione tra loro, allora potete affermare di aver scelto la calzatura adatta.
In generale però, ogni scarpa da running, per essere tale, deve necessariamente, da un lato, presentare una certa elasticità, in modo da esaltare lo slancio del piede durante la corsa e dall’altro ammortizzare l’impatto sul terreno.
Questo è un aspetto importantissimo, ne va della funzionalità stessa della calzatura. Infatti, quello che accade durante la corsa, e non durante la marcia, è simile a quello che accade ad una palla che rimbalza, dove vi è una prima fase di volo caratterizzata da un movimento più energico e una seconda fase, dove il piede tocca il terreno, caratterizzata invece da un movimento più blando. Per tale motivo una calzatura elastica e ammortizzante non può che favorire questo processo.
Appoggio Plantare
Nella corsa l’appoggio plantare è di fondamentale importanza. È bene imparare a conoscere i propri piedi e saper valutare il proprio appoggio plantare anche per l’acquisto della scarpa migliore. Posto che per una valutazione ortopedica che sia precisa ed accurata, il supporto di uno specialista o esatti riscontri baropodometrici risultino preziosi, è possibile comunque farsi una prima idea seguendo semplici indicazioni.
Dopo la fase di volo, il piede tocca terra prima con la parte esterna del tallone nella fase di “contatto”. Successivamente si innesca la cosiddetta “rullata”, che porta l’aderenza della pianta più in avanti e verso l’interno, caricando l’arco plantare che tende ad abbassarsi. La rullata si conclude con il tallone che si solleva e l’avampiede che completa la spinta propulsiva in avanti nella fase di “stacco”. Questo processo rotativo in avanti e verso l’interno, che il piede compie inizialmente, prende il nome di pronazione ed è un processo biomeccanico del tutto normale e corretto, perché aiuta il piede ad ammortizzare l’impatto con il suolo. Durante la pronazione si instaura una serie di adattamenti biomeccanici delle altre strutture corporee, che coinvolgono tibia, ginocchio e a salire anche l’anca. Nella fase finale di spinta propulsiva in avanti, con lo stacco, il peso del corpo si sposta interamente sull’avampiede e i movimenti biomeccanici si invertono totalmente rispetto alla fase precedente. L’arco plantare segue la spinta e torna ad alzarsi e il piede si riporta in alto e verso l’esterno, in quella che viene detta fase di supinazione. Ciò detto, è evidente come pronazione e supinazione siano due movimenti assolutamente naturali e necessari per un corretto sviluppo della biodinamica della corsa. Esistono però situazioni nelle quali questi due fisiologici ‘atteggiamenti’ di appoggio risultano eccessivamente accentuati.
L’iperpronazione
Quando durante l’appoggio si evidenzia un’eccessiva rotazione interna del piede, si dice che il soggetto è afflitto da iperpronazione. In questi casi l’arco plantare risulta evidentemente poco pronunciato e l’impronta del piede sulla pedana barometrica o simili ausili, risulta allargata sulla parte mediana. Un appoggio con eccesso di pronazione, causa delle sollecitazioni importanti ed anomale sul tendine d’Achille, sul tendine rotuleo, a livello della bandelletta ileo-tibiale e dei muscoli della zona plantare.
L’ipersupinazione
Si tratta della situazione inversa rispetto a quella dell’iperpronazione. Risulta piuttosto rara alla diagnosi, ma pur sempre presente. In questi casi avremo un piede medialmente molto arcuato e sensibilmente rigido. In questa situazione il piede perde gran parte della propria elasticità e viene così meno alla propria funzione di sostegno e ammortizzamento. A risentirne saranno indubbiamente le strutture tendinee prossime al piede e quelle delle articolazioni di ginocchia e anche, condizionate a livello biomeccanico da una limitazione funzionale della rotazione interna della tibia.
Individuata quindi, con l’aiuto del negoziante di fiducia o di un buon ortopedico, la tua tipologia di appoggio plantare, avrai la possibilità di orientarti sulla tipologia di scarpa pensata appositamente per le tue caratteristiche, che sia una calzatura per iperpronatori, per ipersupinatori o una calzatura con appoggio neutro.
Struttura delle Scarpe da Running
Tomaia
La tomaia è la parte superiore. Essa è completamente realizzata in nylon mesh, un materiale di tipo sintetico, molto traspirante, leggero e resistente. Se ci fate caso, sulla tomaia, di solito, viene collocato il marchio dell’azienda produttrice, il quale ha l’importante funzione di sostenere l’allacciatura della scarpa. Ad essa possono essere applicate anche delle parti di tipo riflettente, il cui ruolo è quello di segnalare alle auto in marcia la presenza del podista.
Retropiede
Il retropiede, o conchiglia, è la parte che circonda il tallone. Esso ha l’importante funzione di gestire il movimento della parte posteriore del piede, sostenendone le varie sollecitazioni, soprattutto quelle più cariche, causate dall’appoggio del piede sul terreno. Per questo motivo, il retropiede viene realizzato con del materiale molto resistente e nello stesso tempo comodo e anti-abrasivo. Come nel marchio di costruzione, anche nella parte del tallone possono comparire della bande di tipo riflettente, il cui fine è quello di segnalare agli automobilisti la presenza del podista, soprattutto la sera.
Intersuola
L’intersuola è la parte fondamentale, quella centrale, posta tra la tomaia e il battistrada. La sua importanza risiede nel suo contenuto, poiché essa contiene gli ammortizzatori. La sua funzione è quella di ammortizzare l’impatto del piede sul terreno, rendendolo meno violento. Essa può essere realizzata in EtilVinilAcetato, una plastica piuttosto elastica e flessibile, o in poliuretano. L’utilizzo di nuovi materiali, oggi, assicura un miglior movimento del piede, molto più libero rispetto a prima.
Battistrada
Il battistrada è la parte inferiore, quella a contatto con il terreno. Essa svolge le fondamentali funzioni di ammortizzazione, trazione e aderenza. A questo scopo, le parti maggiormente sollecitate vengono realizzate con materiali resistenti, quali gomma al carbonio, gomma cristallina o vulcanizzata, mentre quelle più soffici sono realizzate in gomma espansa.
Peso delle Scarpe Running e Tipo di Ammortizzazione
Nella scelta della tua scarpa da running, dovrai anche commisurarti con le tue effettive capacità e gli obiettivi che ti poni. Oltre alle diverse morfologie di supporti plantari, infatti, potrai scegliere anche tra categorie di peso e quindi capacità di protezione.
Le intermedie e ritmi gara
Le più leggere e minimali di tutte sono le scarpe per i cosiddetti ritmi-gara. Si tratta di strumenti, da un certo punto di vista, molto basici ed essenziali, perché ripuliti il più possibile da tutte quelle strutture di protezione e sostegno che sono invece tipiche delle scarpe da allenamento. Parliamo di calzature che pesano attorno ai 200-250 grammi e che vedono ridotto al minimo il dislivello tra la parte posteriore della suola e quella anteriore. Questa “scarnificazione” della calzatura comporta un evidente vantaggio in gara, ma potrebbe risultare troppo estremo per un ciclista, che solitamente non è per conformazione fisica leggerissimo e che magari non ha ancora quella sensibilità plantare che si costruisce in anni di pratica della corsa. Esistono però dei buoni compromessi tra la prestazione e la protezione con quelle calzature che vengono definite “intermedie” (250-280 grammi)e che possono tranquillamente essere utilizzate anche in gara.
Le ammortizzanti neutre
Queste sono calzature ideali per appoggi neutri o leggermente pronanti. Sono poi le calzature che vengono scelte nel caso ci si debba avvalere di un’ortesi plantare da inserire nella scarpa. Il loro peso è intermedio e oscilla tra i 300 e i 400 grammi circa. Sono calzature adatte all’allenamento e anche alla gara nel caso in cui si preveda di correre a ritmi superiori ai 4’/km. La protezione che garantiscono al piede è piuttosto buona e risultano quindi molto versatili ed adatte sia a terreni omogenei come l’asfalto, che a superfici meno regolari come gli sterrati.
Le stabili massimo ammortizzamento
A questa categoria appartengono le scarpe da running antipronazione di peso compreso tra i 300 ed i 400 grammi, con un buon dislivello tra tallone ed avampiede per salvaguardare tendini e articolazioni da infortuni. Questi modelli sono quelli più adatti a podisti di buona stazza e garantiscono un lungo mantenimento delle proprie caratteristiche, anche a seguito di sollecitazioni meccaniche importanti.
Classificazione
Le scarpe da running vengono classificate in base a dei criteri specifici
-Il campo di utilizzo
Le calzatura da corsa possono essere utilizzate per gara o per allenamento e dunque per percorsi brevi, medi o lunghi e per ritmi lenti, medi e veloci.
-Il tipo di appoggio plantare
La calzatura da running può essere dotata di un appoggio in pronazione, di tipo forte, medio o minimo, o di un appoggio neutro, o in inversione, per chi ha il piede rigido o supinatore.
-Il peso dell’atleta
Le calzatura per runners si diversificano anche in base al peso del podista, leggero se sotto i 60 kg, medio se tra i 60 e 75 kg e pesante se supera i 75 kg.
In base a questi criteri è stata stilata una classificazione specifica
-A1 superleggere
Sono le più leggere, non superano i 250 grammi per la misura 9US, e anche le più veloci. Esse hanno una forma piuttosto curva, spesso sono piatte, sono poco ammortizzanti e il dislivello tra il tallone e l’avampiede non è molto accentuato. La loro estrema leggerezza, inoltre, permette al piede libertà di movimento e flessibilità. Per tutti questi motivi, non può che essere indicata per le gare su strada e per gli atleti leggeri e veloci. Al contrario sono sconsigliate per gli atleti più pesanti, più lenti e per coloro che hanno un appoggio plantare in pronazione.
-A2 intermedie
Hanno un peso intermedio, che va dai 250 grammi ai 290 grammi per la misura 9US. Esse hanno una forma semicurva, un ammortizzamento buono, un equilibrio buono e un dislivello medio tra il movimento del tallone e quello dell’avampiede. Alcune, poi, sono provviste anche di supporti specifici, finalizzati al controllo del movimento. Questa tipologia, può essere utilizzata sia per le gare sia per gli allenamenti. Nel caso di gara è preferibile che ad usarle siano i podisti più pesanti e meno veloci, mentre per gli allenamenti esse sono consigliate per i podisti più in forma e più leggeri.
-A3 massimo ammortizzamento
Rispetto a quelle di tipo A1 e A2, hanno un peso superiore, che oscilla tra i 300 e i 400 grammi. Possono avere forma diritta o semicurva e un efficiente bilanciamento tra tallone e avampiede, in grado di proteggere il piede da eventuali infortuni. Sono delle calzature con un alto potere ammortizzante e una grande capacità di flessione, anche se questo va spesso a discapito della gestione del movimento. Le A3 sono senza dubbio quelle che si adattano ai più svariati usi. Anzitutto, sono le più utilizzate per gli allenamenti e per ogni chilometraggio. Esse inoltre sono le più indicate per i runner dotati di un appoggio di tipo neutro o ad inversione e per coloro che fanno uso di plantari personalizzati.
-A4 stabili
Questo tipo di scarpe da running è il più indicato per chi soffre di piede piatto e sconsigliato invece ai supinatori. Per questo motivo hanno una forma diritta, in grado di contrastare l’eventuale deformazione prodotta dal movimento del piede. Esse hanno un peso che oscilla tra i 300 e i 400 grammi e quelle non eccessivamente pesanti sono dotate di un buon bilanciamento tra ammortizzamento e stabilità.
-Trail Running
Il trail running è un tipo di corsa praticata su strade di campagna o montagna e per la quale il runner deve utilizzare delle scarpe apposite. Sono, quest’ultime, delle calzature particolari, molto robuste, leggere, in grado di garantire stabilità anche su strade difficili da percorrere. Precisamente, esse presentano una suola realizzata in materiale antiscivolo, capace di aderire a terra anche su un fondo bagnato, ed è dotata di un disegno che non trattiene il terriccio. L’intersuola è fornita di un buon sistema di ammortizzazione. La tomaia è realizzata in modo tale da proteggere il piede da eventuali urti. Inoltre, la calzatura da trail running deve aderire perfettamente al piede, offrendogli una tenuta sicura. Ovviamente sono queste delle caratteristiche del tutto generali, poiché esistono vari modelli di scarpa, in base alle diverse esigenze di ognuno.
Quanto tempo durano
Dare un giudizio oggettivo della scarpa da running è pressoché impossibile, considerate le diverse caratteristiche dei piedi dei runner. Una scarpa che può risultare adatta per un determinato podista, magari non lo è per un altro. L’unico giudizio relativamente equanime, può esser dato esclusivamente sulla durata della calzatura.
Clima
Anche se le calzature per podisti sono molto resistenti da un punto di vista tecnico, non lo sono da un punto di vista termico. I materiali con cui vengono realizzate, sono molto sensibili alle temperature. Il poliuretano, ad esempio, non resiste alle temperature basse e il gel a quelle alte. Per questo motivo non solo il runner deve rispettare la temperatura ideale per le calzature da corsa, ma anche accertarsi che quest’ultime non abbiamo subito danni prima di essere vendute. Spesso, infatti, calzature proposte in offerta possono aver subito uno stress di temperatura tale che, come è stato appena detto, può arrecare danni alla funzionalità della scarpa stessa.
La distanza critica
Indubbiamente le calzature per la corsa sono dotate di un’elevata resistenza, ma di certo non possono vivere per sempre. Secondo quanto ci riferiscono gli esperti, la durata di una scarpa da running è direttamente proporzionale alla sua categoria. Per cui quelle di tipo A1 hanno una durata che oscilla tra 150km e i 300km, quelle di tipo A2 tra i 250 km e i 500 km e infine quelle A3 e A4 hanno una resistenza che può arrivare ai 1000km. Nessuna può superare la soglia critica dei 1000 km, anzi in condizioni sfavorevoli questa soglia massima di resistenza può anche diminuire.
Tomaia, intersuola e suola
Perché una calzatura di questo tipo possa definirsi di buona qualità e soprattutto possa andar bene per l’attività del runner, la tomaia, la suola e l’intersuola devono necessariamente possedere una certa robustezza. Se una delle tre si danneggia in breve tempo, allora è bene sostituirle con un paio di diverso tipo e più adatto al running.
Lavaggio e asciugatura
Il migliore modo per lavare queste calzature è quello di effettuarne il lavaggio a mano, in acqua fredda, e asciugarle naturalmente, in luoghi ventilati. Il lavaggio in lavatrice, anche se eseguito a temperature basse, e la successiva asciugatura artificiale, potrebbe stressarla, anche più della temperatura ambientale.
Sovrappeso dell’atleta
La durata dipende anche dal peso del podista. Un runner in sovrappeso, ci si riferisce a coloro che hanno un IMC maggiore a 22 se uomo e maggiore a 20 se donna, riduce la resistenza di un buon 20%. Ma molto dipende anche dal numero indossato. Le scarpe di un runner in sovrappeso, di un numero più alto, hanno di sicuro una vita più lunga.
Scarpe da gara
Le A1 superleggere e le A2 leggere, adoperate per le gare, hanno una durata molto breve. Esse, non solo perdono, dopo breve tempo, la loro capacità ammortizzante ma anche e soprattutto le loro prestazioni. Questo incide notevolmente sulla performance del runner, il quale dopo aver percorso 500km, impiega più tempo, 20-30 minuti per percorrere un chilometro.
Scarpe da Running più Vendute
Per concludere proponiamo una lista delle scarpe da running più vendute online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti presenti nella lista è possibile leggere le opinioni dei clienti.
Ultimo aggiornamento 2024-11-22 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API